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L'italiota, o italiano medio all'estero, è riconoscibile dalla caratteristica t-shirt dell'Hardrock Café, zainetto Invicta, scarpetta Prada o ciabattine infradito. Nelle pubblicità lo si trova spesso dedito a tacchinare straniere in un inglese basic, con inflessioni dialettali che vanno dal romanesco al bolognese, sul modello “Ahò, a bbiutiful, ce l’hai un moment? T’aggio a parla’. Do you spik italian?”. L’italiota ha due pallini fissi, il cibo e le ragazze. In fatto di cibo è campanilista. Mamma gli ha insegnato che la cucina italiana è la migliore, perciò anche in terra straniera cerca pasta, pizza, caffè. Quando scopre che il resto del mondo non la pensa come lui in fatto di cappuccino ed espresso ci resta un po' male. E se l'idea di mangiare viscidi vermicelli cinesi o giapponesi lo sconforta, quando scopre all'estero che anche i turchi fanno la pizza, si straccia le vesti e va da McDonald's. In fatto di ragazze, invece, è affascinato dal mito della straniera figa e disponibile. In cima alla top-list delle sue preferenze c'é la francesina dal naso all'insù, poi in ordine di importanza la svedese (altrimenti detta vichinga), la brasiliana, l'americana, la polacca, la romena, la tailandese, la giapponese (se figa) e via dicendo. Durante la stagione degli amori l'italiota indossa scarpe Prada e camicetta sciccosa anche per andare a dormire, nella convinzione che bisogna essere sempre pronti e ogni lasciata é persa. In caso la ficagione scarseggi, finisce per tacchinare qualsiasi cosa respiri. Sulla scala dell'evoluzione lo spauracchio dell'italiota è il crucco, cioé il tedesco medio all'estero. Queste due tipologie di turisti si temono e si disprezzano reciprocamente: l'italiota al solo sentir parlare un crucco si prende male, mentre il crucco percepisce l'italiota come una minaccia all'ordine cosmico.