Noi viviamo in una dimensione a metà
tra il sogno e la realtà:
la favolosità!
Miss Vida Boheme in
“A Wong Foo, grazie di tutto July Nwemar"
Drag queen, tradotto alla lettera significherebbe “regina posticcia”. Una sorta di oggetto kitsch ambulante che, nella sua immagine esagerata e caricaturale, si rivela immediatamente come finto. Ecco, immaginatevi tutto questo applicato ad un uomo e alla sua psicologia. Una drag queen non è un uomo vestito da donna, ma appartiene al palcoscenico: si esibisce nei locali cantando in playback hit delle icone gay (“Splendido splendente” della Rettore, per dire, è un classico). Il grado di perfezione raggiunto nell’abbigliamento, nel trucco, e in generale nel costruire la propria figura, fa di queste creature delle regine dell’interpretazione. La drag queen ha maggior successo se è un uomo visibilmente maschile: il contrasto tra l’origine e il risultato genera comicità e dà carattere. Notoriamente, la drag queen possiede anche un’abile dialettica che le consente di fronteggiare qualsiasi persona o situazione, uscendone teatralmente a testa alta (…alta almeno quanto i tacchi!).