Chi non comunica mai con qualcuno che può anche vedere e sviluppa le sue relazioni esclusivamente via satellite. Quando lo vedi per strada lo riconosci subito perché parla sempre con una scatoletta all’orecchio. Più la scatoletta è piccola, più il cellulomane si sente orgoglioso della sua peculiarità. A volte puoi incontrare gente che parla da sola. Anche questi sono cellulomani, e sono anche i più cool di tutti perché si sono dotati di  auricolare quando ancora più della metà della popolazione lo usa solo per ascoltare musica. Ma il cellulomane non disdegna nemmeno di ascoltare la musica col telefonino, e così rientra nella norma.Ci sono due modalità di comunicazione tra cellulomani. La prima è la conversazione vocale, che è in tutto e per tutto simile a quella tra persone normali al telefono, a parte il fatto che il cellulomane è al di sopra di ogni formalità e non esordisce mai con «Pronto?» o «Chi è?», ma con «Ohi vecchio!», oppure, se non è proprio nelle sue giornate migliori, «Dove cazzo sei?».

La vera differenza rispetto alle telefonate che tutti conosciamo, è che viene effettuata anche quando non ce n’è particolarmente bisogno. Per esempio: due tizi si danno un appuntamento in piazza al solito bar per le due. Arrivato sul posto, che è abbastanza affollato, il cellulomane non vede il suo amico. Allora, lungi dall’andare a cercarlo (non perché non ne abbia voglia, ma perché non è la prima cosa a venirgli in mente), lo chiama: «Ohi, dove stai?» «Sono qui sotto l’insegna» «Sì, ma sotto quale insegna?» «Quella blu» «Idiota, ce ne sono due di blu: quale, quella verso la piazza o quella verso il Corso?» «Quella verso la piazza» «Eh, e io sono lì, ma non ti vedo» «Girati, cretino». La seconda, e quella veramente tipica, è l’sms (vd.).